Caro materiali e decreto Aiuti: le novità della Legge di Bilancio 2025

Caro materiali e decreto Aiuti: le novità della Legge di Bilancio 2025caro materiali

La Legge di Bilancio 2025 (L. 30 dicembre 2024, n. 207) ha introdotto importanti novità per il settore degli appalti pubblici, prorogando le misure straordinarie per fronteggiare l’aumento dei costi dei materiali da costruzione. Viene infatti modificato l’art. 26 del D.L. 50/2022 (c.d. decreto Aiuti), garantendo continuità nell’adeguamento dei prezzi fino al 31 dicembre 2025.

Cosa cambia?

Per gli appalti pubblici di lavori aggiudicati sulla base di offerte presentate entro il 31 dicembre 2021, i lavori eseguiti o contabilizzati dal 1 gennaio 2023 al 31 dicembre 2025 potranno beneficiare dell’adeguamento dei prezzi attraverso l’applicazione dei prezzari regionali aggiornati annualmente (Art. 26, comma 6-bis).

È importante sottolineare che le variazioni di prezzo possono riguardare sia aumenti che riduzioni rispetto ai prezzi di gara (al netto dei ribassi). Ciò significa che le stazioni appaltanti potrebbero applicare anche riduzioni, qualora i prezzari aggiornati presentino prezzi inferiori rispetto a quelli iniziali.

Gli eventuali risparmi derivanti dall’applicazione dei prezzari rimangono nella disponibilità della stazione appaltante fino al completamento dei collaudi o all’emissione dei certificati di regolare esecuzione e potranno essere reinvestiti nello stesso intervento.

Resta fermo che i maggiori importi sono riconosciuti nella misura del 90% nei limiti delle risorse disponibili, così come il certificato di pagamento che deve essere emesso entro 5 giorni.

Condizioni analoghe si applicano anche agli appalti pubblici di lavori aggiudicati sulla base di offerte presentate tra il 1 gennaio 2022 e il 30 giugno 2023 (Art. 26, comma 6-ter). Tuttavia, per questa categoria di appalti, la percentuale di riconoscimento dei maggiori importi derivanti dall’aggiornamento dei prezzari resta ridotta all’80%.

Per quanto riguarda gli accordi quadro con offerte presentate entro il 31 dicembre 2021, le stazioni appaltanti continueranno ad applicare i prezzari aggiornati fino al 31 dicembre 2025, mantenendo invariati i ribassi d’asta offerti.

Anche gli appalti delle società del Gruppo Ferrovie dello Stato, ANAS e degli altri operatori nei settori speciali beneficiano di questa proroga. Per i contratti in essere al 18 maggio 2022, è previsto un incremento del 20% per le lavorazioni eseguite e contabilizzate dal 1 gennaio 2022 al 31 dicembre 2025. Tuttavia, restano escluse da questa misura le opere finanziate, anche parzialmente, con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Infine, l’estensione del meccanismo del Decreto Aiuti per tutto il 2025 comporta anche un potenziamento del Fondo per la Prosecuzione delle Opere Pubbliche, che sarà incrementato di 300 milioni di euro per il 2025 e di 100 milioni di euro per il 2026.

Come comportarsi?

Alla luce di queste disposizioni, è fondamentale che gli operatori economici prestino particolare attenzione al fatto che l’adeguamento dei prezzi può avvenire anche in riduzione. Questo significa che, oltre a beneficiare di eventuali incrementi, dovranno essere pronti a gestire possibili diminuzioni dei corrispettivi in base ai prezzari aggiornati.

Parallelamente, le stazioni appaltanti hanno l’obbligo di applicare correttamente sia gli aumenti che le riduzioni dei prezzi. In caso di riduzioni, queste potrebbero rappresentare un’opportunità per generare economie da destinare alla gestione di eventuali sopravvenienze dell’appalto. Viceversa, in presenza di maggiorazioni da riconoscere agli appaltatori, diventa essenziale per le amministrazioni rispettare puntualmente le scadenze per l’accesso ai Fondi, al fine di evitare il rischio di decadenze e possibili contenziosi con gli appaltatori a cui tali somme spettano.

 

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