“Decreto riaperture”: avvertimento formale del Garante Privacy al Governo sui pass vaccinali
Il nuovo decreto emanato dal Governo, c.d. “decreto riaperture”, che ha disciplinato le “certificazioni verdi” e i “pass vaccinali”, presenta molte criticità in ambito privacy tali da inficiare la validità e il funzionamento del sistema previsto per la riapertura degli spostamenti durante la pandemia.
Tanto ha affermato il Garante della Privacy nell’avvertimento formale del 22 aprile 2021 adottato nei confronti del Governo. Il provvedimento è stato trasmesso a tutti i Ministeri, al Presidente del Consiglio dei Ministri nonché a tutti gli altri soggetti coinvolti.
Il Garante rileva innanzitutto che il cosiddetto “decreto riaperture” non garantisce una base normativa idonea per l’introduzione e l’utilizzo dei certificati verdi su scala nazionale, ed è gravemente incompleto in materia di protezione dei dati, privo cioè di una valutazione dei possibili rischi su larga scala per i diritti e le libertà personali.
In particolare il decreto non definisce con precisione le finalità per il trattamento dei dati sulla salute degli italiani.
Ed ancora non viene specificato chi sia il titolare del trattamento dei dati, in violazione del principio di trasparenza, rendendo all’uopo quasi impossibile l’esercizio dei diritti degli interessati: ad esempio, in caso di informazioni non corrette contenute nelle certificazioni verdi.
La norma prevede inoltre un utilizzo eccessivo di dati sui certificati da esibire in caso di controllo, in violazione del principio di minimizzazione.
Il sistema attualmente proposto, soprattutto nella fase transitoria, rischia, tra l’altro, di contenere dati inesatti o non aggiornati con gravi effetti sulla libertà di spostamento individuale.
Non sono infine previsti tempi di conservazione dei dati né misure adeguate per garantire l’integrità e riservatezza degli stessi.
Il Garante ammonisce il Governo affermando che le gravi criticità rilevate si sarebbero potute risolvere preventivamente e in tempi rapidissimi se solo si fosse avviata la necessaria interlocuzione con l’Autorità, come previsto dalla normativa europea e italiana.