Antitrust: l’equo compenso causa la restrizione della concorrenza

L’AGCM guarda con preoccupazione alle misure relative all’introduzione di un “equo compenso” per tutte le professioni, presenti nell’attuale testo del d.l. 148/2017 e nel DDL AC 4741 di conversione dello stesso.

Ad avviso dell’Antitrust, l’equo compenso «in quanto idoneo a reintrodurre un sistema di tariffe minime, peraltro esteso all’intero settore dei servizi professionali, non risponde ai principi di proporzionalità concorrenziale» e si pone «in stridente controtendenza con i processi di liberalizzazione» che hanno riguardato anche «il settore delle professioni regolamentate».

Secondo i consolidati principi antitrust nazionali e comunitari, infatti, le tariffe professionali fisse e minime costituiscono una grave restrizione della concorrenza, in quanto impediscono ai professionisti di adottare comportamenti economici indipendenti e, quindi, di utilizzare il più importante strumento concorrenziale, ossia il prezzo della prestazione

(AGCM, Bollettino 27/11/2017, n. 45)