Illegittimo l’aumento dei canoni demaniali: il Tar Lazio ha annullato il decreto ministeriale
Illegittimo l’aumento dei canoni demaniali: il Tar Lazio ha annullato il decreto ministeriale
Con la sentenza n. 13/2025, il TAR Lazio ha annullato il decreto del Direttore Generale per la vigilanza sulle autorità di sistema portuale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 30 dicembre 2022. Tale decreto prevedeva un aumento del 25% dei canoni per le concessioni demaniali marittime per l’anno 2023.
Il TAR ha accolto i ricorsi presentati da diverse associazioni e società operanti nel settore turistico-balneare, rilevando numerose irregolarità procedurali e di merito.
Il principale motivo dell’annullamento riguarda la violazione dell’art. 4, comma 1, del d.l. n. 400/1993, che stabilisce che l’aggiornamento annuale dei canoni deve essere calcolato sulla media degli indici ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati e dei corrispondenti valori per il mercato all’ingrosso. Tuttavia, il Ministero ha sostituito quest’ultimo indice, non più disponibile, con l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali, che non è previsto dalla normativa.
L’aumento del 25,15% è stato, infatti, calcolato facendo la media tra l’8,6% (indice dei prezzi al consumo) e il 41,7% (indice dei prezzi alla produzione), anziché attenersi ai criteri stabiliti dalla legge.
Secondo il TAR, in assenza dell’indice per i prezzi all’ingrosso, il Ministero avrebbe dovuto utilizzare esclusivamente l’indice disponibile o calcolare una media con valore zero, riducendo così significativamente l’aumento.
Il TAR ha sottolineato che la sostituzione di un indice statistico deve essere autorizzata dal legislatore e non può essere disposta unilateralmente dall’amministrazione. Tale sostituzione, sebbene motivata da esigenze statistiche, rappresenta una modifica sostanziale che incide su scelte di natura politica ed economica.
La sentenza, quindi, pone un limite chiaro all’autonomia amministrativa, ribadendo la necessità di rispettare rigorosamente i criteri stabiliti dal legislatore.
L’annullamento del decreto ha conseguenze rilevanti per il settore delle concessioni demaniali marittime. Le imprese balneari e portuali potranno, infatti, beneficiare di un “congelamento” degli aumenti dei canoni previsti per il 2023.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sarà ora chiamato a rivedere le modalità di aggiornamento dei canoni demaniali, attenendosi strettamente alle disposizioni di legge o promuovendo eventuali modifiche legislative necessarie per aggiornare gli strumenti di calcolo.
Tale aggiornamento riveste un’importanza fondamentale, in quanto il decreto “salva infrazioni” prevede espressamente che nel bando di gara sia indicata la misura del canone.
In attesa, dunque, di conoscere i criteri che il Ministero delle Infrastrutture definirà con l’adozione di un apposito decreto, da emanarsi entro il 31 marzo 2025, per la determinazione dell’equa remunerazione sugli investimenti effettuati dal concessionario negli ultimi cinque anni, rimaniamo in attesa di comprendere anche in che modo il Ministero intenderà procedere alla revisione delle modalità di aggiornamento dei canoni demaniali.
TAR Lazio, sentenza 2 gennaio 2025, n. 13
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