La tutela delle acque destinate al consumo umano: verso una nuova primavera.

Il 21 marzo è noto per essere il primo giorno di primavera, anche se quest’anno l’equinozio (ovvero quel momento della rivoluzione terrestre intorno al sole in cui quest’ultimo si trova allo zenit dell’equatore fonte Wikpedia.it) cadrà con un giorno d’anticipo, come gli anni pregressi.

Per i più attenti osservatori, il 21 marzo 2023 rappresenterà non solo il primo giorno di primavera, ma una data importante per quella che si preannuncia la rinascita della disciplina della tutela delle acque destinate al consumo umano.

La tematica della disciplina delle acque, in generale, negli ultimi anni ha assunto un ruolo fondamentale all’interno della questione ambientale, intesa in senso trasversale, non solo a causa dei cambiamenti climatici (e dello scioglimento dei ghiacciai) che provocano impatti pregiudizievoli sulle attività umane, ma anche in termini di riconoscimento di un diritto, quello universale a fruire di acqua potabile pulita e di servizi igienici – sanitari, che per molti potrebbe apparire una problematica inesistente.

Non a caso è nata, nel 2012, un’iniziativa a livello europeo denominata Right2watercon l’obiettivo principale di esortare la Commissione europea a proporre una normativa che sancisse il diritto umano universale all’acqua potabile e ai servizi annessi, come ampiamente riconosciuto dalle Nazioni Unite.

Il Parlamento europeo ed il Consiglio, sulla scia di tale iniziativa, hanno adottato la direttiva 2020/2184 del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, individuando alcune aree suscettibili di idonea tutela ovvero quella dello scarso ricorso ad un approccio basato sul rischio e la mancanza di specifiche informazioni verso i consumatori finali.

In attuazione degli obblighi sovranazionali, il 6 marzo 2023 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 55 il decreto legislativo 23 febbraio 2023, n. 18, rubricato “Attuazione della direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano” che entrerà in vigore il 21 marzo 2023.

Gli obiettivi del decreto sono la protezione della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano, assicurando che le acque siano salubri e pulite, nonché il miglioramento dell’accesso alle acque destinate al consumo umano.

Tra le principali novità si segnalano:

  • la previsione di obblighi generali per la promozione e la tutela delle acque destinate al consuma umano, le quali devono essere “salubri e pulite”;
  • l’introduzione di criteri atti a garantire la salubrità e la pulizia delle acque, specie per i gestori del sistema di distribuzione;
  • la previsione di controlli e obblighi per l’approccio alla sicurezza dell’acqua basato sul rischio;
  • l’introduzione di requisiti minimi per i materiali che entrano a contatto con le acque destinate al consumo umano;
  • un sistema di controlli, interni ed esterni;
  • la ridefinizione del ruolo degli enti sub-statali per garantire e migliorare l’accesso universale alle acque destinate al consumo umano;
  • gli obblighi informativi nei confronti dei cittadini;
  • l’istituzione di organismi di sorveglianza;
  • l’introduzione di un sistema sanzionatorio.

Potrebbe apparire alquanto superfluo che nel 2023 si discuta su una questione, quella della disciplina dell’acqua, che per molti è inesistente; se osservassimo la problematica da un’altra prospettiva, invece, ci renderemo conto che l’Italia è fortemente in ritardo nell’attuazione degli obblighi che derivano dalla normativa sovranazionale, non a caso l’attuazione della direttiva UE 2020/2184 è avvenuta con un ritardo di almeno tre anni nonostante la peculiarità della materia che, sotto molti aspetti, rappresenta il fulcro vitale dell’esistenza umana e un mezzo di tutela della salute umana.

Con questo approccio si potrebbe dunque affermare che la scelta operata dal legislatore circa l’entrata in vigore del decreto legislativo il 21 marzo 2023 non è casuale, bensì rappresenta un gesto “nobile” verso una nuova primavera di tutela del bene fondamentale dell’acqua.